Influenza 2018-2019: il picco a fine Gennaio

Indice

Cos’è l’influenza

L’influenza è una malattia infettiva acuta causata da virus, essendo molto contagiosa assume le caratteristiche di una epidemia. Ogni anno, in generale, si manifesta tra dicembre e gennaio ed investe milioni di persone in tutto il mondo.

Dall’inizio della stagione, l’influenza 2018-2019 ha messo a letto più di 1,5 milioni di italiani. Tuttavia i numeri sono destinati a crescere e il picco massimo di quest’anno, a differenza dagli altri anni avverrà tra fine gennaio e i primi di febbraio, colpendo circa 5 milioni di italiani (1). 

Stando ai rapporti diffusi dall’ISS (Istituto Superiore di Sanità) solo nella prima settimana di gennaio l’influenza avrebbe fatto registrare 323mila nuovi casi (un’incidenza pari a 5,7 ogni mille assistiti), portando a quota 1.813.000 le persone colpite dall’inizio della stagione influenzale. Piemonte, Lazio, Abruzzo, Campania e Sicilia sono le Regioni più colpite dal virus con oltre 6 nuovi malati per 1000 assistiti. 

Nel mondo è responsabile di circa 650000 morti ogni anno (dati OMS) e questo dato è limitato al conteggio dei casi fatali legati a complicazioni respiratorie, quindi l’impatto reale è con buona probabilità ancora maggiore; se la maggior parte dei pazienti si riprende entro pochi giorni/settimane, i pazienti a rischio possono sviluppare complicanze a seni paranasali, orecchie, tratto respiratorio e addirittura a cuore e cervello.

Colpisce principalmente l’apparato respiratorio, dal naso ai polmoni. Ciò che caratterizza questa malattia, oltre alla grande contagiosità, è la capacità che hanno i virus di mutare di stagione in stagione, obbligando così il nostro sistema immunitario a produrre nuovi anticorpi in modo da sconfiggerli. Anche se ha generalmente decorso benigno, l’infezione può essere grave o addirittura mortale per alcune categorie a rischio. Per questo motivo, un ruolo fondamentale nella difesa della nostra salute, lo riveste la vaccinazione annuale, soprattutto per quelle categorie a rischio come bambini, donne in gravidanza, anziani sopra i 65 anni e soggetti affetti da patologie cardiache, respiratorie ed immunitarie. È inoltre consigliato a tutte quelle categorie di lavoratori particolarmente esposti al virus quali operatori sanitari e scolastici.

Sintomi

I sintomi dell’influenza compaiono improvvisamente, dopo un periodo di incubazione di circa 2 giorni, il paziente manifesta la brusca comparsa di:

  • brividi
  • febbre
  • mal di testa
  • dolori muscolari
  • tosse
  • mal di gola
  • congestione nasale 
  • stanchezza
  • sudorazione

Meno comuni sono invece i sintomi gastrointestinali come nausea e vomito, tranne che nella popolazione pediatrica dove si presentano con maggior frequenza. La maggior parte delle persone colpite recupera completamente nel giro di 7-10 giorni.

Oltre all’influenza “tradizionale”, inoltre, sta girando anche il norovirus, un virus che sta causando forti gastroenteriti di origine non batterica. Il norovirus causa infezioni di breve durata, circa due giorni, ma caratterizzati da violenti attacchi di vomito e diarrea (2). È un virus molto contagioso che non dà praticamente scampo. La sua diffusione è comunissima, specie negli ambienti lavorativi ma anche nei posti molto affollati come le scuole. Durante la fase acuta dell’attacco è importante bere molta acqua per prevenire la disidratazione.

Trasmissione

I virus dell’influenza si diffondono principalmente tramite le goccioline di saliva emesse tossendo, starnutendo o parlando. Queste goccioline possono arrivare in bocca o nel naso di individui vicini o essere eventualmente inalate nei polmoni. Oppure mediante il contatto delle nostre mani con superfici di oggetti contaminati. L’influenza diffonde rapidamente soprattutto in ambienti affollati, come uffici, mezzi di trasporto, scuole, ospedali, centri commerciali ecc. Per evitare il contagio, si dovrebbe stare lontano dagli ammalati e stare a casa se colpiti in prima persona. Un importante accorgimento è lavarsi le mani spesso con acqua e sapone. La maggior parte degli adulti sani può trasmettere l’influenza dal giorno prima della comparsa dei sintomi fino a 5-7 giorni dopo. I bambini possono trasmettere il virus per più di 7 giorni. I sintomi iniziano 1-4 giorni dopo l’ingresso nel corpo del virus. Ciò significa che si può essere contagiosi prima di sapere di essersi ammalati, nonché durante il decorso. Alcuni possono infettarsi ma non sviluppare sintomi. In tale periodo, possono però trasmettere il virus ad altri. I virus resistono particolarmente bene anche nell’ambiente e la trasmissione è facilitata da ambienti affollati, situazioni di bassa temperatura ed alta umidità. Il virus influenzale è diffuso in tutto l’organismo, anche nel latte, dove peraltro sono presenti anche gli anticorpi. La trasmissione dell’infezione, però, avviene soprattutto per via “aerea”, quindi, per evitare di contagiare il bambino è consigliabile allattare mettendo una mascherina sulla bocca.

Come prevenire l’influenza

Alcune semplici abitudini aiutano a prevenire la diffusione delle malattie infettive in generale, e quelle che si trasmettono per via aerea come l’influenza:

  • Lavare spesso le mani con acqua e sapone, in particolare dopo avere tossito e starnutito e dopo aver frequentato luoghi e mezzi di trasporto pubblici. Lavarsi spesso le mani rappresenta sicuramente l’intervento preventivo di prima scelta, ed è la pratica riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), tra le più efficaci per il controllo della diffusione delle infezioni anche negli ospedali.
  • Coprire naso e bocca con un fazzoletto (possibilmente di carta) quando si tossisce e starnutisce e gettare immediatamente il fazzoletto usato.
  • Evitare di toccare occhi, naso e bocca con le mani non lavate; i germi, e non soltanto quelli dell’influenza, si diffondono in questo modo.
  • Rimanere a casa se malati, evitando di intraprendere viaggi e di recarvi al lavoro o a scuola, in modo da limitare contatti possibilmente infettanti con altre persone.

Come comportarsi ai primi sintomi

È molto importante bere molti liquidi, soprattutto se avete la febbre alta e sudate molto, per evitare di andare incontro a stati di disidratazione più o meno significativa, che aumentano la debilitazione e riducono la capacità dell’organismo di contrastare i microrganismi patogeni. A rischiare maggiormente la disidratazione e i suoi effetti sfavorevoli sono soprattutto i bambini più piccoli e gli anziani, che sono anche le due categorie di persone che percepiscono meno lo stimolo della sete e vanno, pertanto, invitate a bere spesso acqua o qualunque altro liquido sia gradito (succhi di frutta, camomilla, tisane, tè leggero, latte, brodi ecc.). Inoltre, dal momento che qualunque infezione fa sentire un po’ deboli e giù di corda, diamo la giusta importanza al riposo, dormire aiuta a sconfiggere l’influenza. Gli esperti hanno scoperto una proteina chiamata Acpb che viene prodotta dal cervello durante il sonno e che è in grado di innescare azioni antifiammatorie e di contrastare l’influenza. Con il sonno e il riposo il nostro organismo si rigenera e si avvia verso la guarigione (3).

E’ consigliabile areare periodicamente gli ambienti, sia per migliorare la respirazione sia per abbassare la concentrazione nell’aria dei virus dell’influenza e ridurre pertanto la probabilità di trasmissione ad altre persone. 

Anche lavarsi le mani spesso con acqua e sapone o gel disinfettanti, usare biancheria separata in bagno e mettere in lavastoviglie bicchieri, tazze e posate immediatamente dopo l’uso sono buone strategie di prevenzione in ambito familiare, da rispettare durante tutta la durata dell’influenza (o di altre malattie infettive da raffreddamento, anche meno importanti).

Rimedi farmacologici

I farmaci possono aiutare ad alleviare febbre e malessere generale ma anche prevenire il rischio di convulsioni nei bambini più piccoli predisposti, in caso di episodi febbrili caratterizzati da bruschi innalzamenti e altrettanto repentine riduzioni della temperatura corporea.

Per pazienti sopra i 16 anni che non soffrono di patologie croniche che impongono l’assunzione di farmaci specifici, si può ricorrere ai FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei).

I FANS, come per esempio ibuprofene, ketoprofene e acido acetilsalicilico, agiscono da antipiretici, antinfiammatori e analgesici, e la loro efficacia e sicurezza sono comprovate da un uso consolidato su decine di milioni di persone in tutto il mondo. Ogni singola assunzione vi permetterà di abbassare rapidamente la temperatura corporea, alleviare i dolori osteomuscolari e il mal di testa e di stare complessivamente meglio. Anche per i bambini sono indicati alcuni tipi FANS ma è sempre preferibile interpellare il pediatra prima di somministrare il farmaco e ricevere dal medico precise indicazioni sul dosaggio da impiegare (stabilito in base al peso e all’età) e sui tempi della cura (intervallo tra le somministrazioni e giorni totali di terapia). Esistono anche altri farmaci che possono aiutare ad alleviare i sintomi dell’influenza.

Sia negli adulti sia nei bambini, prima di assumere antipiretici è bene verificare con l’aiuto di un termometro affidabile la temperatura corporea presente: in generale, se la temperatura è inferiore a 38,0°C, non si dovrebbero usare farmaci per abbassarla perché, entro certi limiti, la febbre è una reazione fisiologica dell’organismo che aiuta a combattere i microrganismi patogeni e favorisce la guarigione. Tuttavia, se il malessere associato all’influenza è notevole o in caso di bambini che tendono ad avere convulsioni, gli antipiretici possono essere impiegati anche in caso di febbre modesta (37,5-38°C). Una febbre molto elevata (superiore a 39,0-39,5°C), d’altro canto, deve essere sempre guardata con sospetto, soprattutto se non scende dopo 2-3 dosi di antipiretico (opportunamente distanziate nel tempo) e se si associa a uno stato di prostrazione evidente, specie nei bambini e negli anziani. In questi casi, va sempre interpellato il medico per una valutazione competente e per svolgere gli approfondimenti del caso. 

Cosa non fare: antibiotico-resistenza

Un comportamento sbagliato ma ancora molto comune è quello di assumere un qualunque antibiotico disponibile ai primi sintomi di un mal di gola o febbre. Gli antibiotici sono farmaci importantissimi ed efficaci ma non contro qualsiasi malattia infettiva. Essi possono uccidere solo i batteri, occorre pertanto distinguere un’infezione virale da una batterica. Tant’è che batteri diversi si curano con antibiotici differenti! Solo il medico, grazie alla sua esperienza, potrà valutare se è necessario o meno prescrivere l’antibiotico e quale sia quello giusto. Ci sono poi altre ottime ragioni per non assumere antibiotici ai primi segni di febbre, raffreddore o per un banale mal di gola. La prima è che assumere antibiotici in modo scorretto espone inutilmente al rischio di effetti indesiderati (disturbi intestinali e reazioni allergiche) che possono essere anche gravi. Inoltre l’uso improprio di antibiotici aumenta il rischio di sviluppare resistenze, per cui i batteri diventano immuni ai farmaci rendendo le cure inefficaci per tutti. Il fenomeno dell’antibioticoresistenza batterica in ambito clinico costituisce un grave problema di salute pubblica, essendo legato ad aumenti dei tassi di morbosità e mortalità dei pazienti affetti da queste infezioni (4). Per contrastare il fenomeno occorre focalizzare gli sforzi su un trave di antibiotici sempre più mirato al paziente e all’infezione in atto. É imperativo che le organizzazioni sanitarie mettano in campo strategie e attività per migliorare la cultura e la sensibilità dei clinici a una maggiore appropriatezza e attenzione nell’utilizzo degli antibiotici. La sorveglianza dell’uso degli antibiotici e delle resistenze risulta quindi di fondamentale importanza per valutare le dimensioni e l’andamento del fenomeno, e per misurare l’efficacia degli interventi messi in atto per contenerlo. Gli antibiotici funzionano solo se sono presi nelle dosi giuste e nei tempi stabiliti per cui, prima di assumerli, è sempre necessario consultare un medico!

Vaccini: un po’ di informazioni

Influenza stagionale 2018-2019: il punto della situazione 

La rilevazione dei dati delle sindromi influenzali (InfluNet) è iniziata, come di consueto nella 42esima settimana del 2018 (lunedì 15 ottobre 2018) e terminerà nella 17esima settimana del 2019 (domenica 28 aprile 2019), salvo ulteriori comunicazioni legate alla situazione epidemiologica nazionale.

Durante la 2a settimana del 2019, brusco aumento dei casi di sindrome influenzale, sebbene l’incidenza si mantiene ad un livello di bassa entità. Il numero di casi stimati in questa settimana è pari a circa 431.000, per un totale, dall’inizio della sorveglianza, di circa 2.246.000 casi.


Articolo scritto dalla Dott.ssa Elena Coradeschi


Bibliografia 

    • Jones, M. K., Watanabe, M., Zhu, S., Graves, C. L., Keyes, L. R., Grau, K. R., … & Tibbetts, S. A. (2014). Enteric bacteria promote human and mouse norovirus infection of B cells. Science346(6210), 755-759.
    • Davis, C. J., Dunbrasky, D., Oonk, M., Taishi, P., Opp, M. R., & Krueger, J. M. (2015). The neuron-specific interleukin-1 receptor accessory protein is required for homeostatic sleep and sleep responses to influenza viral challenge in mice. Brain, behavior, and immunity47, 35-43.
    • Alanis, A. J. (2005). Resistance to antibiotics: are we in the post-antibiotic era?. Archives of medical research36(6), 697-705.

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