L’alimentazione nei primi tre anni di vita

L’ALIMENTAZIONE NEI PRIMI 3 ANNI DI VITA

In ogni fase della vita è importante seguire un’alimentazione specifica per soddisfare le esigenze  dell’organismo. L’età evolutiva – dalla nascita all’adolescenza – rappresenta un momento delicatissimo in cui la giusta dieta contribuisce alla crescita e aiuta a prevenire l’insorgere di  malattie nell’adulto di domani. Con questo articolo inizia l’analisi delle fasi più importanti della vita.

Allattamento al seno

La scelta migliore che una mamma possa fare è allattare al seno. Infatti è scientificamente provato l’altissimo valore del latte materno, in quanto esso consente una nutrizione equilibrata  in tutte le componenti, difende dalle infezioni, ritarda la comparsa di eventuali allergie, risponde alle esigenze nutrizionali, digestive e metaboliche del neonato.  La versatilità del latte materno si registra  non solo con il passare dei mesi ma anche nell’arco della giornata e perfino durante la singola poppata. Per tale motivo si consiglia di protrarre l’allattamento per un periodo di almeno sei mesi. Solo se vi sono specifici e gravi impedimenti, si può optare per l’allattamento artificiale, su consiglio del pediatra, con le “formule per lattanti”, la cui composizione è attualmente regolamentata dalla legislazione nazionale in linea con la legislazione europea.

Dopo il sesto mese di vita

si può iniziare il passaggio graduale verso un’ alimentazione più varia. Il latte risulta insufficiente a soddisfare le esigenze del bambino e deve essere affiancato con alimenti diversi in natura e consistenza.

Quali sono gli alimenti consigliati?

In primis frutta e verdura perché contengono vitamine, sali minerali,  ferro e fibre. Carne e pesce sono essenziali per l’apporto di proteine, ferro e vitamine del gruppo B;  in particolare il pesce è altamente digeribile e povero in grassi. I cereali (mais, tapioca, riso, frumento, avena) sono una buona fonte energetica. L’olio extravergine di oliva fornisce gli indispensabili acidi grassi ed è facilmente digeribile. Il formaggio e lo yogurt assicurano il calcio e le proteine di elevata qualità.

Le raccomandazioni

sono semplici: gradualità nell’introdurre nuovi cibi ed nel primo anno evitarne alcuni  allergenizzanti (pomodoro, fragole, legumi etc.). Questi alimenti vanno fatti assaggiare a piccolissime dosi gradualmente crescenti.  Inoltre, è importante non aggiungere sale, non eccedere nell’uso di zucchero ed evitare il miele. Infine, fino a 36 mesi è caldamente sconsigliata la somministrazione di latte vaccino.

Dopo i 2 anni

il bambino può affrontare un’ alimentazione qualitativamente simile a quella dell’adulto. Consumare 4-5 pasti giornalieri, privilegiare i legumi a discapito di carne e formaggi; alternare la carne con il pesce almeno 3-4 volte a settimana. Questo tipo di alimentazione con una adeguata assunzione di frutta e verdura garantisce un sufficiente apporto di fibra,  sali minerali e vitamine. Ovviamente ogni bambino è diverso, per cui la corretta dieta deve essere stabilita in base alle singole esigenze di crescita, per cui la guida del nutrizionista è fondamentale qualora ce ne sia necessità.

Come si educa alla corretta alimentazione?

Per prima cosa va tenuto presente che il bambino tende a imitare i genitori.  Il pasto è un momento importante della giornata, quindi è bene rispettare gli orari e valorizzare uno stile alimentare sano.

Se non vuole mangiare?

Ricordiamoci che i cibi rifiutati possono essere sempre riproposti a distanza. Le forzature non sono metodi risolutivi, anzi, talvolta si rischia di ottenere l’effetto opposto. Secondo la mia esperienza,  il modo migliore per stimolare l’interesse per il cibo è di rendere il bambino protagonista e non solo consumatore forzato. Fare la spesa e preparare il pasto insieme è un modo per far conoscere gli alimenti con tutti i sui sensi.

In conclusione

il consiglio che posso dare alle mamme per affrontare senza ansie l’approccio “al piatto” è quello di offrire un panorama vasto di alimenti cercando sempre una dieta completa e bilanciata. Ricordiamoci che il bambino conosce il mondo attraverso il gioco, così mangiare cibi diversi lo stimolerà a sviluppare il senso del gusto, fondamentale per la vita da adulto. È bene ricordare che il rifiuto per alcuni cibi o la paura di provare gusti nuovi, se non risolti in tempo possono portare a problemi di malnutrizione, specie nel momento più delicato dello svezzamento.

A cura della Dott.ssa Barbara Danielli

Prenota la tua consulenza per elaborare un piano alimentare!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *